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"Sembra di leggere, nel testo di Paolo Pezzaglia, la manzoniana provvida sventura. Gli batte in petto la metrica poetica. La sua famiglia però ne fa un bocconiano, dirigente della prestigiosa industria propria. Nell'Italia in cui i finanziamenti pubblici vanno dove vanno e in cui le banche sono quel che sono, non c'è posto per la libera genialità. Perseguiti e perseguitati, il gioiello industriale se ne va. Ora, in un prossimo aldilà, dopo una caduta sportiva, Pezzaglia viene un po' buffamente giudicato. Il nostro sa che non c'è oriente od occidente che tengano per il futuro; lui ha il suo giustificato credo tolemaico. Alla fine un rogo purificatore dà spazio a una salvezza che appare in filigrana. Intanto però, Pezzaglia ha conquistato la sua poesia, questa sì, indistruttibile" (Guido Oldani).